La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni.
P. P. Pasolini

24.1.08

Povera patria [solo un'incursione]

Ogni riferimento a fatti, cose o persone è puramente casuale...

Tokyo anno zero


Due ottime notizie.
La prima è che David Peace, dopo l'eccellente tetralogia conosciuta come Red Riding Quartet, composta da 1974, 1977, Millenovecento80 e Millenovecento83, torna in libreria con un nuovo progetto a lungo termine.
Tokyo anno zero,
edito da "il Saggiatore", è infatti il primo tomo di una trilogia tutta dedicata al Giappone, paese in cui Peace vive con la sua famiglia da più di un decennio.
Sulla recensione apparsa su Carmilla qualche giorno fa, Giuseppe Genna ci rassicura che, nonostante il notevole cambiamento, il nuovo libro di Peace mantiene intatte tutte le caratteristiche stilistiche che hanno accompagnato i suoi precedenti lavori e reso unica la sua scrittura, e che lo hanno portato a diventare uno degli autori più apprezzati degli ultimi anni. Niente paura allora, Peace è sempre Peace.
Questa era la seconda ottima notizia.

12.1.08

Trilogia della città di K.


Agota Kristof - Trilogia della città di K.

Einaudi


La parola esatta è agghiacciante.

Da una Grande Città sotto l'assedio e le bombe della seconda guerra mondiale, due bambini vengono accompagnati dalla loro mamma in una Piccola Città e portati dalla propria nonna. Tutto rientrerebbe apparentemente nella norma, se non fosse che la nonna è una vecchia megera avidissima e cattiva che costringerà i due bambini a crescere in un ambiente sporco, freddo e privo di qualsiasi sentimento che si possa avvicinare all'amore.
Li chiama figli di cagna, li costringe a lavorare duro, non si occupa della loro educazione, della loro pulizia e non gli compra mai dei vestiti, lasciandoli per anni con le robe che avevano addosso quando gli sono stati consegnati, nonostante la madre le spedisca dei soldi e dei vestiti nuovi.
Ma la forza del libro non sta solamente nella capacità che ha di stupire con la sua drammaticità e imprevedibilità, quello che lo rende assolutamente seducente è il ritmo perfetto che lo accompagna, un ritmo che fa venire la pelle d'oca. Rende l'idea quanto scritto da Giorgio Manganelli in quarta di copertina (Einaudi ed. Super ET) "...una prosa che ha l'andatura di una marionetta omicida".
Il libro come dicevo è di una drammaticità sconcertante. In un contesto opprimente e claustrofobico come quello in cui si ritrovano a vivere i due bambini, si sente di riflesso l'eco di tutto il dramma della seconda guerra mondiale, con tutte le sue follie e le meschinità possibili.
Ma il libro non smette di stupire. I bambini nonostante tutto crescono e diventano ogni giorno più furbi e intelligenti, tra mille fatiche riescono a superare gli ostacoli e le ingiustizie di cui sono vittime. Con una razionalità esasperata fino all'inverosimile riescono a crearsi degli schermi protettivi, sia fisici ma in particolare mentali, che li portano quasi ad assomigliare più a delle macchine che a degli esseri umani.
Ma le sorprese non sono ancora finite. Quando credi di aver capito come si sta muovendo il libro, piano piano tutte quelle poche certezze che credevi di avere acquisito crollano come un castello di carta. Inizi a capire che la storia non è come avevi creduto che fosse, fino a quando non prendi consapevolezza che tutto può essere il contrario di tutto.
Un libro nerissimo come pochi e assolutamente fuori dagli schemi classici.