La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni.
P. P. Pasolini

29.12.08

Una storia semplice


Leonardo Sciascia - Una storia semplice

Adelphi


Il telefono squilla inaspettato alla vigilia della festa.
E la voce, con una calma quasi caricaturale, chiede addirittura del questore, suscitando le risa di chi si trova a rispondere al telefono.
Chi chiama è Giorgio Roccella, un diplomatico che da moltissimo tempo non faceva ritorno nella sua vecchia casa siciliana; e chiama perché proprio nella sua vecchia casa ha trovato qualcosa di molto strano e intende riferirlo alle autorità.
Ma quando la mattina dopo, il brigatiere si reca a casa del Roccella per effettuare (pensa lui) il pallosissimo controllo di routine, scoprirà che nei giorni a venire di rutinario ci sarà ben poco.
Così inzia la complicatissima "Storia semplice" di Sciascia, dove in pochissime pagine (non arrivano a 70) si condenzano tutte le contraddizioni insite in una società soggetta alla mentalità mafiosa.
Il brigadiere trova lo stesso uomo con cui aveva parlato al telefono stecchito, in una posa che sembra suggerire suicidio ma che non convince per nulla il bravo agente. Subito cerca di far notare tutte le stranezze di quella morte, ma si scontra con una inspiegabile superficialità dei suoi superiori, intenzionati a far chiudere il caso al più presto.
Ma il brigadiere è cocciuto e inizia a prendere informazioni a destra e a manca; a poco a poco la storia si dipana e inizia a presentare situazioni aggrovigliate non facilmente comprensibili, che ampliano il respiro dell'accaduto e finiscono per mostrare la brutta maschera di cui si vestono troppo spesso le istituzioni.
Ma nonostante tutto la verità è a portata di mano, basterebbe solo un altro po' di coraggio e tutto si metterebbe nella prospettiva giusta. Ma, anche questa volta, chi ricerca con caparbietà e coraggio deve fare i conti con chi questo coraggio non ce l'ha.

"Ancora una volta voglio scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla giustizia"


Se questa epigrafe targata Durrenmatt voleva essere una sorta di dichiarazione d'intenti, la conclusione a cui giunge il libro decreta il fallimento di quella ricerca e conferma la poetica pessimistica di Sciascia.


4.8.08

Ad occhi chiusi



Gianrico Carofiglio - Ad occhi chiusi

Sellerio


L'avvocato Guerrieri si muove con pigrizia e noia tra le sue pratiche rutinarie di piccolo avvocato frustrato, fino a quando non compare il caso, che qualsiasi avvocato sano di mente non accetterebbe, che lo sveglia dal suo torpore cronico e lo riconcilia con la vita.
Ed
è il caso di Ad occhi chiusi, la seconda avventura dell'avvocato Guerrieri, che conferma limpidamente la bravura di Carofiglio nel muoversi con estrema disinvoltura in mezzo ad avvocati, giudici, criminali e ovviamente tribunali.
Tutto inizia quando l'ispettore Tancredi, uno sbirro stimato da Guerrieri perché persona seria e brava, gli telefona perché deve parlargli di una faccenda delicata. All'appuntamento si presenterà con una giovane donna dallo sguardo profondo e sofferto, che Guerrieri scambierà per un agente della polizia ma che l'ispettore presenterà come suor Claudia, stupendo visibilmente Guerrieri.
Suor Claudia, ragazza dal passato difficile, dirige un centro chiamato Safe Shelter, un luogo con sede segreta dove trovano ospitalità donne vittime di soprusi di qualsiasi genere che hanno bisogno di protezione. La donna prende la parola e gli parla di una ragazza che ha bisogno del suo aiuto di avvocato per difendersi in tribunale contro un uomo violento che la perseguita rendendogli la vita impossibile; e gli dice anche che già due avvocati hanno rifiutato la proposta e gli spiega anche il motivo: il balordo è il figlio di uno degli uomini più potenti della città, abbastanza potente da intimorire chiunque, ed in particolare chi gravita intorno al mondo giudiziario. Il padre è il presidente di una delle sezioni penali nella corte d'appello di Bari.
Guerrieri finge una certa calma ma è chiaro per tutti che questa è solo apparente. Sa benissimo che rischia molto di più di un semplice processo andato male: in ballo c'è il suo futuro di avvocato. Dopo qualche minuto silenzioso di palpabile tensione decide spavaldamente che si, non c'è problema, difenderà la ragazza ma maledicendosi in cuor suo per il vicolo cieco che ha imboccato.
Da questo momento ha inizio la preparazione al processo: una sequenza di emozioni, di lotta psicologica e non solo, intimidazioni e colpi bassi che rendono il libro vibrante, emozionante e magnetico fino alle agognate battute finali.
Un libro avvincente e mai banale, in cui bisogna dare atto a Carofiglio di aver saputo mettere in scena, e rendere assolutamente credibile, la sensibilità condita di molte sfaccettature di un universo femminile eterogeneo. Merce rara in letteratura, in particolare se il narratore è un uomo.

29.3.08

L'ottava vibrazione


Carlo Lucarelli - L'ottava vibrazione

Einaudi


Dopo quasi otto anni, Lucarelli torna il libreria con un nuovo romanzo.
Ok, lo abbiamo visto spesso, sia in libreria che in TV, con i suoi ormai indispensabili lavori giornalistici sulle pagine più nere e misteriose della nostra misera italietta. Ma per chi lo ha amato anche come romanziere (io sono legatissimo alla trilogia, passatemi il termine, deluchiana) la domanda su che fine avesse fatto il Lucarelli narratore si è ripresentata molte volte negli anni che ci separano dalla pubblicazione di Un giorno dopo l'altro (2000) a quelli di L'ottava vibrazione (28/03/2008).
Il libro uscito ieri prende spunto da un episodio storico: la campagna coloniale italiana in Eritrea.
La curiosità è alta.. buona lettura.

16.3.08

L'istinto della caccia [part 02]


Carta moschicida


Se non fosse che questo racconto è stato scritto prima che Philip Roth scrivesse Pastorale Americana, si potrebbe pensare che Hammett abbia preso spunto proprio dal bellissimo libro di Roth. Sappiamo invece che può essere vero solo il contrario.
Al centro del racconto c'è infatti la figlia di una delle famiglie più in vista di New York che, nel medesimo modo di Pastorale Americana, abbandona in maniera inconcepibile i precetti dell'alta borghesia americana per seguire quelli inesistenti di sbandati e "poco di buono":
"...alla Quinta Avenue preferiva la Decima, ai banchieri i tagliaborse, all'onorevole Cecil Windown (che aveva chieso la sua mano) Hymie detto 'il Liscia'."
La famiglia, perse le speranze di fare si Sue una ragazza degna del suo rango, fa di tutto per evitare che si cacci nei guai, mettendogli alle costole un agente newyorkese della Continental Detective Agency. Ma la ragazza ad un certo punto scompare e non si riesce in alcun modo a trovare tracce che portino a lei.
Ma proprio quando la famiglia sembra essersi ormai rassegnata a non rivedere più Sue, spunta un telegramma da San Francisco in cui la ragazza chiede urgentemente dei soldi. Immediatamente un agente della Continental di San Francisco (il nostro Continental Op) viene incaricato di organizzare l'incontro per la consegna del denaro e per poter dare così notizie di Sue alla famiglia.
All'incontro è subito chiaro che qualcosa non quadra; la ragazza che, assieme ad un uomo, si presenta come Sue in effetti non è lei ma una che le assomiglia solo vagamente. Continental Op chiede spiegazioni all'uomo che da delle risposte poco chiare e contraddittorie, ma alla fine, dopo la minaccia di sbatterli entrambe in galera, riesce ad ottenere l'indirizzo di dove abita la ragazza e quello che troverà non sarà niente di buono.
In questo racconto Hammett descrive con dovizia di particolari un mondo marginale, etichettato e messo al bando dalla parte "sana" della società.

23.2.08

L'istinto della caccia [part 01]


Attacco a Couffignal

In questo racconto molto politico di Hammett, la trama si dipana all'interno di un recinto ben definito. Una piccola isola molto vicina alla terra ferma, è un luogo dove importanti uomini di potere si stabiliscono per vivere gli ultimi anni della loro vita in compagnia dei propri simili [sic!]. Ed è ben sottolineato che "Nell'isola ammettono solo la quantità di bottegai, manovali e simile gentaglia, necessaria a servir loro ogni comodità".
Ed è in questo paradiso residenziale, sogno di ogni buon borghese medio, che il nostro detective dell'agenzia Continental di San Francisco si ritrova, suo malgrado, impelagato in una vicenda dai contorni veramente poco chiari.
Mentre è alle prese con la noiosissima missione di sorvegliare i milionari regali di nozze di una delle suddette ricche famiglie, si interrompe la corrente elettrica nell'isola e si iniziano a sentire dei veri e propri colpi di artiglieria pesante.
In breve si scopre che, l'unico ponte che collega l'isola dalla terra ferma viene distrutto, la banca e la gioielleria vengo prese d'assalto e svaligiate.
Tutti gli abitanti del luogo residenziale entrano in agitazione: le donne sono preoccupate; c'è chi teme che i banditi possano saccheggiare anche le case; un vecchio generale in pensione organizza un manipolo di persone per cercare di individuare e fermare i rapinatori.
Il nostro Continental OP si muove invece da solo e cattura un balordo, sua vecchia conoscenza, che un po di tempo prima aveva contribuito a spedire a San Quentin. Inizialmente pensa che possa essere uno dei componenti della banda, ma in breve tempo si rende conto, mettendo assieme una serie di particolari poco chiari della vicenda, che il ragazzo non centra niente col colpo e che dietro la vicenda non ci sono quei balordi dai quali vuole isolarsi la creme di notabili che abita l'isola, ma qualcos'altro di molto più terribile che è meglio che non sveli per non farvi perdere il piacere della lettura.

11.2.08

L'istinto della caccia [part 00]


Dashiell Hammett - L'istinto della caccia

Feltrinelli



Pubblicato per la prima volta in Italia da Mondadori nel 1967 e da molto tempo introvabile, L'istinto della caccia è tornato in libreria il 7 febbraio scorso in una nuovissima edizione della Feltrinelli (Universale Economica Noir).
Si tratta di una raccolta di dieci tra i migliori racconti che Dashiell Hammett pubblicò nella celebre rivista "Black Mask".
Il libro uscì per la prima volta nel 1966 negli stati uniti, a pochi anni dalla morte di Hammett, e la pubblicazione e la scelta dei racconti fu curata dalla compagna storica Lillian Hellman.
I racconti narrano quasi tutti (tranne Tulip) le vicende raccontate in prima persona dell'anonimo investigatore della Continental Agency di San Francisco.
Questa edizione italiana (il contenuto è identico a quella Mondadori del 1967) può vantare la traduzione di uno dei più importanti giallisti del nostro paese, Attilio Veraldi.

01. Attacco a Couffignal
02. Carta moschicida
03. La foto bruciata
04. Il re di Muravia
05. Il caso Gatewood
06. Cadaveri di donne gialle
07. Corkscrew
08. La grande rapina
09. 106.000 dollari di taglia
10. Tulip

Continua...

24.1.08

Povera patria [solo un'incursione]

Ogni riferimento a fatti, cose o persone è puramente casuale...

Tokyo anno zero


Due ottime notizie.
La prima è che David Peace, dopo l'eccellente tetralogia conosciuta come Red Riding Quartet, composta da 1974, 1977, Millenovecento80 e Millenovecento83, torna in libreria con un nuovo progetto a lungo termine.
Tokyo anno zero,
edito da "il Saggiatore", è infatti il primo tomo di una trilogia tutta dedicata al Giappone, paese in cui Peace vive con la sua famiglia da più di un decennio.
Sulla recensione apparsa su Carmilla qualche giorno fa, Giuseppe Genna ci rassicura che, nonostante il notevole cambiamento, il nuovo libro di Peace mantiene intatte tutte le caratteristiche stilistiche che hanno accompagnato i suoi precedenti lavori e reso unica la sua scrittura, e che lo hanno portato a diventare uno degli autori più apprezzati degli ultimi anni. Niente paura allora, Peace è sempre Peace.
Questa era la seconda ottima notizia.

12.1.08

Trilogia della città di K.


Agota Kristof - Trilogia della città di K.

Einaudi


La parola esatta è agghiacciante.

Da una Grande Città sotto l'assedio e le bombe della seconda guerra mondiale, due bambini vengono accompagnati dalla loro mamma in una Piccola Città e portati dalla propria nonna. Tutto rientrerebbe apparentemente nella norma, se non fosse che la nonna è una vecchia megera avidissima e cattiva che costringerà i due bambini a crescere in un ambiente sporco, freddo e privo di qualsiasi sentimento che si possa avvicinare all'amore.
Li chiama figli di cagna, li costringe a lavorare duro, non si occupa della loro educazione, della loro pulizia e non gli compra mai dei vestiti, lasciandoli per anni con le robe che avevano addosso quando gli sono stati consegnati, nonostante la madre le spedisca dei soldi e dei vestiti nuovi.
Ma la forza del libro non sta solamente nella capacità che ha di stupire con la sua drammaticità e imprevedibilità, quello che lo rende assolutamente seducente è il ritmo perfetto che lo accompagna, un ritmo che fa venire la pelle d'oca. Rende l'idea quanto scritto da Giorgio Manganelli in quarta di copertina (Einaudi ed. Super ET) "...una prosa che ha l'andatura di una marionetta omicida".
Il libro come dicevo è di una drammaticità sconcertante. In un contesto opprimente e claustrofobico come quello in cui si ritrovano a vivere i due bambini, si sente di riflesso l'eco di tutto il dramma della seconda guerra mondiale, con tutte le sue follie e le meschinità possibili.
Ma il libro non smette di stupire. I bambini nonostante tutto crescono e diventano ogni giorno più furbi e intelligenti, tra mille fatiche riescono a superare gli ostacoli e le ingiustizie di cui sono vittime. Con una razionalità esasperata fino all'inverosimile riescono a crearsi degli schermi protettivi, sia fisici ma in particolare mentali, che li portano quasi ad assomigliare più a delle macchine che a degli esseri umani.
Ma le sorprese non sono ancora finite. Quando credi di aver capito come si sta muovendo il libro, piano piano tutte quelle poche certezze che credevi di avere acquisito crollano come un castello di carta. Inizi a capire che la storia non è come avevi creduto che fosse, fino a quando non prendi consapevolezza che tutto può essere il contrario di tutto.
Un libro nerissimo come pochi e assolutamente fuori dagli schemi classici.